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Questi testi sono l'esempio di quanto di più alto, commovente e tremendo, strano e impensato, riuscirono a inventare uomini vissuti nella quotidiana meraviglia di una consuetudine con gli dèi. Pur nella loro ingenuità, talvolta sconcertante, queste narrazioni (in una resa attentamente moderna che nulla sottrae ai contenuti essenziali delle fonti, di volta in volta compulsate) replicano il loro remoto incantesimo ai lettori dei nostri tempi. Queste trame poetiche, tuttavia, sottendono nel loro codice tutto intessuto di immagini, cosmologia e antropogonie, vicende di re, di eroi, di mostri, esempi di tensione etica, insegnamenti e morali distanti da noi che divengono, al di là della trama mitica, una filosofia della vita e l'orizzonte entro il quale gli Antichi lessero il mistero dell'uomo e della natura. E infine ogni lettore, sia il fanciullo che apre i grandi occhi sull'incanto della parola, sia chi è punto dal rimpianto della civiltà da cui nascemmo, troverà una sosta in grado di liberarlo per qualche ora o per qualche giorno dai ritmi tecnici e matematici del nostro mondo.